a cura di M. Valeria Ferrara –
Apprendiamo, ancora una volta, con rammarico la notizia delle polemiche e delle forti reazioni nei confronti dell’Avvocato Professore padovano Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin.
Il Collega Caruso non è nuovo a questo genere di attacchi, già stigmatizzati dalla Giunta UCPI e anche dalla Camera penale di Catanzaro congiuntamente all’Osservatorio territoriale Avvocati minacciati (si legga qui: https://www.camerapenalecatanzaro.it/2024/02/01/solidarieta-al-prof-avv-giovanni-caruso-legale-di-filippo-turetta-senza-difesa-non-ce-giustizia/ ).
Appena assunto il mandato difensivo, infatti, il difensore di Turetta è stato bersaglio di gravi critiche, culminate in una petizione che chiedeva finanche la rinuncia al mandato e la dissociazione da parte dell’Università di Padova, dove insegna.A scatenare ulteriori polemiche, stavolta, è stata la sua arringa difensiva, che ha suscitato reazioni forti, incluso lo sdegno del padre della povera Giulia.
Il diritto di difesa, quale garanzia costituzionale, costituisce un pilastro fondamentale del nostro sistema giudiziario, in quanto assicura che ogni imputato, a prescindere dalla gravità del reato contestato, possa disporre di un difensore che lo assista nel pieno rispetto delle garanzie processuali.
Purtroppo, le recenti e numerose vicende di attacco all’Avvocatura dimostrano come, in un clima di crescente allarme sociale, si tenda a dimenticare che la presunzione di innocenza e il diritto alla difesa non sono mere formalità, ma principi irrinunciabili che fondano la nostra civiltà giuridica. L’Avvocato, infatti, non è un mero esecutore di una difesa tecnica, ma svolge una funzione sociale cruciale, quella di garantire che il processo si svolga nel rispetto del contraddittorio e che la verità processuale emerga attraverso un confronto dialettico tra le parti.
Gli attacchi subiti dal Prof. Avv. Caruso e da tanti altri Colleghi, sono sintomo di un più ampio fenomeno di delegittimazione della figura del difensore e di un tentativo di mettere in discussione il ruolo fondamentale che egli riveste nel processo e nella società.Tale fenomeno, alimentato da una narrazione mediatica spesso semplificata e polarizzata, rischia di erodere le fondamenta stesse dello Stato di diritto, favorendo la diffusione di una giustizia sommaria e di vendette private.Sostenere che taluni imputati, in ragione dell’atrocità delle condotte ad essi contestate, non meritino di essere difesi è espressione di una pericolosa deriva culturale che erode le fondamenta della giustizia e trascina l’ordinamento verso logiche repressive e vendicative, incompatibili con un sistema giuridico fondato sulla presunzione di innocenza e sul giusto processo.
L’Avvocato difensore, figura essenziale nel delicato meccanismo di funzionamento della giurisdizione, è chiamato non solo a garantire il rispetto delle norme procedurali, ma anche a preservare l’equilibrio tra accusa e difesa, contribuendo, attraverso il giusto processo, all’accertamento della verità processuale. Ignorare o denigrare questo ruolo significa attentare all’integrità del sistema giudiziario stesso, trasformandolo in un’arena di condanne pregiudiziali pronunciate dal Tribunale di piazza, alimentate da pressioni mediatiche e pulsioni populiste, come l’errata convinzione che l’Avvocato fiancheggi il reo o giustifichi il reato.
La Camera Penale di Catanzaro “A. Cantafòra” ed il suo Osservatorio Avvocati Minacciati esprimono, dunque, piena solidarietà al Collega Giovanni Caruso per gli attacchi subiti, con l’auspicio che si continui a vigilare affinché l’esercizio della difesa rimanga libero, inviolabile e immune da interferenze, riaffermando con determinazione il principio che nessun processo possa prescindere dal rispetto delle garanzie costituzionali e dal riconoscimento della centralità del diritto di difesa.
2 dicembre 2024
Il Consiglio Direttivo
L’Osservatorio Avvocati Minacciati